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03 – San Giuseppe negli apocrifi

San Giuseppe negli apocrifi: Presenza negli Apocrifi – Florilegio giuseppino

Juan simon Gutiérrez, fine sec. XVII, Museo delle Belle Arti, Siviglia

               Juan Simon Gutiérrez, fine sec. XVII,                                            Museo delle Belle Arti, Siviglia

Per chi desideri documentarsi, segnaliamo: Gli Apocrifi del Nuovo Testamento, I/2, a cura di M. ERBETTA, Marietti 1981; Apocrifi del Nuovo Testamento, a cura di L. MORALDI, Piemme 1994; L. MORALDI, Vangeli apocrifi, Piemme 1996.

“Gli apocrifi del Nuovo Testamento sono quegli scritti che non fanno parte del canone biblico del NT ma che dal titolo, dalla presentazione, dal modo con cui trattano l’argomento e da altri elementi interni (stile, genere letterario, ecc.) ed esterni si presentano come testi canonici, tacitamente o espressamente rivendicano un’autorità sacra pari a quelli del canone o intendono sostituirli o completarli” (Moraldi, p. 18).

                            Cappella di S. Martino, Abbazia di Montecassino

Se, dopo aver esaminato nei Vangeli la testimonianza della predicazione apostolica su san Giuseppe, indugiamo ora nella descrizione di una letteratura che la Chiesa non considera affatto come storica, gli apocrifi, è sia per oggettivamente riferire tutto quanto ci è pervenuto su questo Santo sia per l’enorme diffusione di questi scritti e il profondo influsso che essi hanno esercitato nella devozione popolare, nella predicazione sacra, nelle interpretazioni dei santi Padri e scrittori ecclesiastici, nelle espressioni artistiche e anche nella liturgia.

Apparirà così chiaramente dove vada cercata la fonte ispiratrice di un Giuseppe rappresentato come vecchio e cadente; la caratteristica del Santo raffigurato con in mano un bastone fiorito (trasformato ulteriormente in giglio); lo scenario del matrimonio con il tempio di Gerusalemme, il sommo sacerdote e i giovani che spezzano, indispettiti, i propri bastoni; la presenza, nei viaggi a Betlemme o in Egitto, di uno o più giovani (i presunti figli di Giuseppe) che accompagnano la santa Famiglia; la comparsa di una o due donne, come levatrici, nella scena della natività di Gesù.

         Prova dell’acqua amara, Cattedra di Massimiano, sec. VI,                       Ravenna

Ecco i titoli degli apocrifi, che riguardano san Giuseppe:

– il Protovangelo di Giacomo o Natività di Maria (200 ca.), che descrive la vita di Maria: genitori, nascita, vita nel tempio, matrimonio con Giuseppe, annunciazione, visita a Elisabetta, prova delle acque amare, nascita di Gesù, visita dei magi e strage degli innocenti.

–  Il Vangelo dello Pseudo Matteo(secc. VII-VIII, cc. I-XXV; i restanti, più tardi), che in parte rielabora

Gesù trasforma i ragazzi in capretti (Ms. laur., n. 387,           Firenze)

il Protovangelo di Giacomo, in parte è originale e in parte è debitore dei Racconti dell’Infanzia dello Pseudo Tommaso.

“L’importanza dello Ps. Matteo si deve al suo straordinario influsso, quale fonte ispiratrice, diretta o indiretta , su artisti o poeti o autori nei secc. XII-XV. I suoi episodi sono stati raccolti da Vincenzo di Beauvais (+ 1256) e Jacopo de Voragine (+ 1298) e riecheggiano negli scritti mistici di santa Brigitta, suor Maria di Agreda, A.C.  Emmerich… E’ questo il testo modello per le pitture con soggetto il rifiuto dell’offerta di Gioacchino, l’incontro con Anna alla porta Aurea, la presentazione di Maria al tempio, il riposo in Egitto e i miracoli dell’infanzia di Gesù” (Erbetta, p. 45).

F. Solimena, + 1747, Camera dei Deputati, Roma

       F. Solimena, + 1747, Camera dei Deputati, Roma

– Il Libro della Natività di Maria (846-849), chiamato pure da alcuni Vangelo, che è un breve rifacimento dello Pseudo Matteo.

– Ta paidika tu Kyriu o Pseudo Tommaso(originale 150 ca.?; prime elaborazioni sec. V?), che descrive Gesù come un ragazzo bizzarro, a volte ingenuo e generoso, a volte dispettoso e vendicativo; sottintende l’impatto tra Gesù-Dio e la società, che non lo comprende.

– Il Vangelo arabo dell’Infanzia o Vangelo siro-arabo o Vangelo siriaco dell’Infanzia (originale secc. VI-VII?; testo di Sike dopo sec. XII), dove si ritrovano i motivi e gli argomenti del Protovangelo e dello Pseudo Matteo.

– Il Vangelo armeno dell’Infanzia (590 ca., vers. dal sir.; forma attuale, recente), che ripete in qualche modo il Protovangelo e gli apocrifi già citati.

Gesù gioca con le statuette di fango trasformandole in esseri viventi (Ms. laur., n.387, Firenze)

Gesù gioca con le statuette di fango trasformandole in esseri viventi (Ms. laur., n.              387, Firenze)

– La Storia di Giuseppe il Falegname. Studi recenti (1978) ne collocano l’origine nel sec. II,a Nazaret.

Questa Storia, fondamentalmente ortodossa per quanto riguarda i dogmi principali, fu scritta per l’uso liturgico dai Giudeo- cristiani, che la leggevano presso la tomba del Santo nell’anniversario della sua morte. Quando nel sec. VII l’imperatore Eraclio (610-641) espulse da Nazaret Giudei e Giudeo-cristiani, la Storia li seguì nell’Alto Egitto, da dove si diffuse rapidamente, con traduzioni successive in copto sahidico (Alto Egitto) e bohairico (Basso Egitto), in arabo e in latino, assumendo aggiunte e trasformazioni che rispettano, tuttavia, la struttura essenziale del testo primitivo.

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Nicolas Poussin, + 1665

          Nicolas Poussin, + 1665

Liber de Infantia Salvatoris (secc. IX-X; fonte originale anter. sec. VI), che richiama il Protoevangelo, lo Pseudo Matteo e una fonte nuova; lo stesso titolo indica anche un altro scritto, compilazione medioevale di leggende che appartengono ad un ciclo attestato dalla Vita Rhytmica della Vergine e di Cristo, dalle Narrationes de Vita etConversatione B.M.V. et de Pueritia Salvatoris, dallo Speculum Historiale (ca. 1250) di Vincenzo di Beauvais e della Legenda Aurea  (ca.  1263-1273) di Jacopo da Voragine (Varazze).

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   Basso rilievo del Pulpito, sec. XIII,                Duomo di Barga (Lucca)

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Questi apocrifi imitano, quanto al soggetto e alla forma, i libri sacri; cercano di soddisfare la curiosità, completando omissioni e sviluppando accenni dei libri ispirati; primeggia, inoltre, in questi racconti un motivo dogmatico: far risaltare la verginità di Maria, la divinità di Gesù bambino, inserendo miracoli di ogni genere, fantastici e spesso del tutto grotteschi, se non irriverenti.

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                                                 Gesù allunga una tavola

 

Florilegio Giuseppino

Gli elementi che nei suddetti apocrifi riguardano Giuseppe possono così sintetizzarsi. Giuseppe è un falegname (faber lignarius), che costruisce aratri, gioghi e altri strumenti di legno adatti alla coltivazione e anche letti di legno (Pseudo Matteo; Pseudo Tommaso).

Fuga in Egitto, Scuola di Cuzco, Kenilworth, Illinois

                         Fuga in Egitto, Scuola di Cusco, Kenilworth, Illinois

 A quarant’anni, Giuseppe sposa Meleha o Escha, dalla quale, in quarantanove anni di matrimonio, ha quattro figli e due figlie, chiamati Giuda, Giusto, Giacomo, Simone, Assia e Lidia (Pseudo Matteo; Storia di Giuseppe il Falegname; i documenti armeni, dagli scritti di Mosè Khorenatzi ai Sinassari, pongono invece 40 anni per il secondo matrimonio con Maria e 71 o 72 anni per la morte.) Dopo un anno di vedovanza, Giuseppe viene raggiunto dal bando del sommo sacerdote, che convoca tutti i vedovi della Giudea per scegliere, tra essi e chi non aveva moglie, lo sposo della dodicenne vergine Maria (Protovangelo di Giacomo; Pseudo Matteo, Storia di Giuseppe il Falegname). La scelta è affidata al Signore; ogni aspirante consegna il proprio bastone che viene posto nel Santo; quando vengono ritirati, quello di Giuseppe appare fiorito (Vangelo della Natività di Maria) e una colomba “uscì fuori dal bastone e volò sul capo di Giuseppe”, come segno della sua elezione divina “a ricevere in custodia la vergine del Signore” (Protovangelo di Giacomo; Pseudo Matteo).

     Santuario di Loreto, A. Sansovino                                 e N. Tribolo

      La reazione dei contendenti

L’annunciazione avviene due anni dopo, mentre Giuseppe era assente per i suoi lavori; fu al suo rientro che vide nella sposa i segni della gravidanza. Al racconto evangelico del turbamento di Giuseppe i suddetti apocrifi aggiungono la prova delle acque amare (cf. Nm 5,11-13), felicemente superata con il pieno riconoscimento dell’innocenza di entrambi.

In occasione del censimento dell’imperatore Augusto, Giuseppe si reca a Betlemme; essendo giunto il momento del parto per Maria, egli la conduce in una grotta e va a cercare una levatrice; al loro ritorno, il bambino è già nato e la levatrice constata che il parto è avvenuto miracolosamente, permanendo la verginità di Maria. Chiose e amplificazioni, con particolari rare volte delicati, per lo più grossolani, sempre fantastici, seguono il percorso del racconto evangelico, soffermandosi sulla fuga in Egitto, il ritorno a Nazaret e la vita della santa Famiglia.

Miracolo della mietitura, anonimo, sec. XIV, Museo di arte, Barcellona (Spagna)

La Storia di Giuseppe il Falegname indugia nella descrizione degli ultimi giorni di Giuseppe. Giunto all’età di centoundici anni, sempre in ottima salute, sano di vista e con tutti i denti, egli non si era affatto indebolito nella mente, ma aveva sempre conservato il suo vigore nel lavoro. Avvicinandosi l’ora della morte, ne fu avvertito da un angelo; turbato e pieno di timore, si recò a pregare nel tempio di Gerusalemme. Tornato a Nazaret, fu costretto a letto da una malattia. Sul punto di morire diventa inquieto, batte le mani e a gran voce si lamenta, elencando tutti i sensi del corpo e accusandosi di avere con essi peccato. Gesù lo trova profondamente angustiato e Giuseppe si raccomanda a lui. Anche Maria è presente; Gesù lo consola dicendo che la morte è per tutti, loro due compresi. Gesù siede ai piedi del letto di Giuseppe e gli stringe la mano, assecondando il morente che lo supplica con gli occhi di non lasciarlo. Allorché Maria constata che i piedi di Giuseppe sono freddi, fa entrare nella stanza gli altri figli e figlie di Giuseppe e tutti piangono. Gesù sospinge via la morte e prega Dio di inviare gli angeli Michele e Gabriele; questi appaiono immediatamente, prendono l’anima di Giuseppe e l’accompagnano cantando fino in braccio a Dio. Gesù chiude gli occhi e la bocca di Giuseppe, mentre gli altri in segno di dolore si strappano le vesti. Un pianto generale viene fatto in Nazaret e in Galilea per tutto il giorno fino all’ora nona. Allora ungono il corpo del defunto e Gesù pronuncia una preghiera, dopo la quale ecco accostarsi una grande schiera di angeli, due dei quali avvolgono il corpo in un manto bianco; Gesù ne annuncia l’incorruttibilità e promette, inoltre, benessere e prosperità in questa vita e salvezza nell’altra a chi compirà un’opera buona a ricordo di lui o ne imporrà il nome a uno dei propri figli. Giuseppe è, quindi, sepolto nella tomba di famiglia.

                                                 Gesù ammansisce le belve

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