Padre Giuseppe Calvi, Servo di Dio, era nato il primo maggio 1901 a Cortemilia (Cuneo). Suo papà si chiamava Giovanni e la mamma Maddalena Listrino. Passò l’infanzia a Cortemilia sulle rive del fiume Bormida, in un ambiente contadino povero di beni materiali ma ricco di fede. Calmo, docile e sorridente. mostrava il suo impegno per le cose di Dio partecipando con decisione alle attività che riguardavano la sua chiesa parrocchiale di San Pantaleo a Cortemilia. 

Entrò in seminario nella Casa madre degli Oblati di San Giuseppe in Asti il 12 settembre 1914. Era di natura calma, caritatevole, affabile e timido. Era animato da un profondo spirito di preghiera. Cominciò il noviziato il 1 nov. 1917 in Asti, dove pronunciò i voti di povertà, castità e obbedienza il 1 ottobre 1919. Dopodiché trascorse dieci mesi a Roma dove esercitò la funzione di sacrestano nella Chiesa di San Lorenzo in Fonte in Via Urbana. Dal 1920 al 1926 di nuovo ad Asti, svolse gli studi filosofici e teologici nel seminario degli Oblati di San Giuseppe nella Casa madre. Nell’ottobre 1922 espresse al Superiore generale del tempo. P. Alfredo Bianco, il desiderio di essere missionario. Tra gli Oblati Si distingueva per la carità nella vita comunitaria, la gentilezza, la misericordia, l’umiltà con i confratelli e la fiducia nei superiori, virtù radicate nella confidenza in Dio espressa negli scritti, raggiungendo i traguardi della professione perpetua il 5 ottobre 1925, gli ordini minori, il diaconato il 9 aprile 1926, l’ordinazione sacerdotale avvenuta il 29 maggio 1926 nella Cattedrale di Asti.

II 14 settembre 1926, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, riceveva il crocifisso del missionario insieme a altri Oblati di S. Giuseppe nella Casa madre di Asti, e il 16 settembre 1926 partiva da Genova per il Brasile. Lavorò il primo anno a Curitiba nell’Abrigo de Menores , una delle prime istituzioni dello stato del Paraná che raccoglieva ragazzi abbandonati, per dare loro educazione, istruzione e formazione professionale. 

Negli ultimi mesi del 1927 si manifestarono i primi segni della tubercolosi, che agli inizi del 1928 lo portarono al ricovero presso il sanatorio di San Sebastiano, a Lapa, nel Paraná, da cui sembrò trarre giovamento, vivendo questa prima esperienza di malattia con piena fiducia in Dio. 

Riprese l’attività di missionario lavorando, dal 1929 al 1933, nella parrocchia di Nossa Senhora do Rosário nel porto di Paranaguá sull’Atlantico, dove visse un tempo di feconda esperienza sacerdotale, animando numerosi gruppi, esercitando il sacramento della Riconciliazione e attento alla vita fraterna in comunità. Dal 1933 al 1935 lavorò nella periferia sud di Curitiba, presso la parrocchia del Sacro Cuore, jn  Agua Verde, dove lasciò una significativa impronta del suo servizio pastorale. Nello stesso periodo era consigliere della missione tra i missionari  Oblati di San Giuseppe e incaricato dei religiosi fratelli.

Alla fine del 1935 manifestò nuovamente i sintomi della tubercolosi. Dall’inizio del 1936 fu ancora una volta ricoverato nel sanatorio di San Sebastiano a Lapa, dove egli trascorse il resto della sua breve vita. Il ricovero non fu semplicemente per lui l’occasione di curarsi nella sua malattia, ma divenne la sua missione, da missionario malato tra i malati del suo stesso male, dedito al servizio del Signore trovato nella persona dei ricoverati insieme a lui. Fu nominato anche ufficialmente cappellano del sanatorio, dove praticò un’azione pastorale intensa e eroica. Egli, nonostante la malattia che a volte gli procurava estrema debolezza, non smise di assistere i malati comportandosi con loro come un fratello, come un amico, un padre, dedicandosi senza risparmio ai più gravi, e specialmente a quelli terminali, a qualsiasi ora anche nelle ore della notte. Fece fiorire di nuovo le pratiche religiose. Fondò l’associazione dell’ Apostolato della Sofferenza  per svolgere il quale preparò e curò la pubblicazione di un foglietto mensile. Favorì la devozione al Sacro Cuore e alla Madonna con la devozione alla Madonna del Carmine. Le conversioni tra i malati in seguito alla sua azione furono numerose. Coltivò inoltre l’insegnamento del catechismo tra i figli del personale del sanatorio. Le pagine dei suoi quaderni – sette dei quali scritti in Brasile, sei in Italia durante gli anni della formazione e che sempre tenne con sé – mostrano il suo impegno nella predicazione, la dedizione all’aiuto spirituale, attraverso un patrimonio di note e riferimenti alla vita spirituale, dei Santi, alla sua stessa esperienza interiore alimentata dalla Parola di Dio e in particolare dalla devozione alla Madonna. 

L’ultimo anno della vita fu segnato in sanatorio dalla notizia dolorosa della morte dei suoi genitori avvenuta in Italia, e dalle sofferenze progressive della malattia, che sempre affrontò generosamente con lucidità. Morì nel Sanatorio di San Sebastiano a Lapa, Paraná, Brasile,alle due e mezza del pomeriggio del 26 settembre 1943, a 42 anni di età. Furono i più giovani del sanatorio i primi a diffonderne la fama di santità dicendo, nel trasmettere la notizia della sua dipartita, che era morto “Padre Giuseppe il santo”.

Il 20 luglio 2007 la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il nulla osta per l’apertura della causa di beatificazione del servo di Dio. Il processo presso l’arcidiocesi di Curitiba ha avuto inizio il 9 nov. 2007 e si è concluso nel 2023. Attualmente la causa di beatificazione di Padre Giuseppe Calvi è presso il Dicastero delle Cause dei Santi a Roma.

Bibliografia: J.A. Bertolin, Padre José Calvi Un apóstolo entre os tubercolosos, Califórnia [Paraná] 2005; G. Miglietta, Padre Giuseppe Calvi Servo di Dio missionario Oblato di S. Giuseppe in Brasile, Roma 2009; A. Santiago – G. Miglietta (a c.d.), Lettere di un missionario in Brasile il  Servo di Dio Padre Giuseppe Calvi osj. Epistolario, in Studi Marelliani 15 (2023) I-X, 1-189; G. Miglietta, J.A. Bertolin, Padre Giuseppe Calvi osj Servo di Dio, missionario e modello di vita santa, in Studi Marelliani 16 (2024) 1-184.

 by P. Guido Miglietta osj, 

vice postulatore